Rivoluzione nelle rinnovabili, in arrivo i pannelli solari bifacciali a installazione verticale
Il settore delle rinnovabili potrebbe presto subire una vera e propria rivoluzione grazie ad un nuovo tipo di pannello fotovoltaico. Un team di ricercatori dell’Università di scienze applicate di Lipsia ha infatti trovato un modo per ottimizzare la produzione di energia cambiando di fatto le modalità di installazione dei moduli fotovoltaici. I nuovi pannelli, stando a quanto pubblicato sulle pagine della rivista Science Direct
, sono caratterizzati da due facce e per questo possono esser installati in posizione verticale con orientamento est-ovest. I picchi di potenza, con questa configurazione, potranno essere raggiunti nelle ore mattutine e serali, alleggerendo il peso degli impianti fotovoltaici sulle reti elettriche e facendo affidamento su una minore capacità di stoccaggio energetico. Stando a quanto spiegato dall’equipe di ricercatori, guidata da Sophia Reker, i nuovi moduli consentiranno di migliorare non soltanto l’efficienza energetica ma anche di migliorare tangibilmente la relazione di queste tecnologie con l’ambiente. Quando pensiamo ad un impianto fotovoltaico la maggior parte delle persone visualizza l’immagine di pannelli inclinati e rivolti rigorosamente a sud, con un angolo compreso tra 20 e 35 gradi. Questo, fino ad oggi, era infatti il solo modo per garantire ad un impianto la massima resa. Un impianto di questo tipo presenta però dei problemi: la maggior parte dell’energia viene prodotta durante le ore centrali della giornata, e in estate, dove la produzione è superiore al fabbisogno, erano necessari sistemi di accumulo estremamente costosi.
Il gruppo di ricerca di Lipsia ha trovato però una soluzione: “I moduli fotovoltaici bifacciali - spiega Reker - possono utilizzare l’energia solare da entrambi i lati. Installati con orientamento est-ovest, la maggior parte dell’elettricità viene generata al mattino e alla sera. Ciò ridurrebbe la necessità di stoccaggio di elettricità e allo stesso tempo minimizzerebbe la quantità di terreno necessaria per la generazione di elettricità”.
Il team ha tenuto in seria considerazione l’orientamento dei moduli, così da ridurre quanto più possibile l’impatto ambientale. Con i pannelli verticali a doppia faccia, nonostante si perda di un fattore da 4 a 5 la potenza installata per area, il doppio uso del suolo - produzione elettrica ed agricola - consentirebbe di sfruttare una moltitudine di terreni destinati alla produzione di cibo. Secondo gli esperti l’utilizzo dei nuovi moduli consentirebbe ad un paese come la Germania di incrementare la produzione energetica da solare portandola dagli attuali 58 GW a 400 GW entro il 2030.
C’è poi un altro motivo da non trascurare. I nuovi pannelli verticali con orientamento est-ovest, conclude la responsabile dello studio, consentono una “minore capacità di storage o un minore utilizzo delle centrali elettriche a gas. Senza alcuna opzione di stoccaggio è possibile una riduzione delle emissioni complessive di anidride carbonica fino a 10,2 Mt/a”.