Le comunità energetiche in Italia
In Italia ci sono già molte comunità e cooperative energetiche situate principalmente nella zona settentrionale della penisola.
La FUNES nacque nel 1921 in Alto Adige con il nome di ͞SoĐietà Elettrica Santa MaddaleŶa͟. Ancora oggi, l’energia elettrica utilizzata localmente viene prodotta da tre centrali idroelettriche (San Pietro 775 kW, Meles 2.698 kW e Santa Maddalena 225 kW), da un impianto fotovoltaico (170 kW) e da due impianti di teleriscaldamento a biomassa (1.100 kW e 700 kW). Una vera e propria rivoluzione, che ha fatto di questa valle un fiore all’occhiello nella ricerca di territori completamente sostenibili, dove il ruolo dei cittadini che vi aderiscono, riuniti in forma di cooperativa, ha reso la valle capace di produrre, 100% rinnovabile, più energia elettrica di quella consumata. Il restante è immesso nella rete nazionale e i ricavi sono reinvestiti sullo stesso territorio, traducendoli in sconti in bolletta o in investimenti per nuovi impianti.
La EWERK PRAD, Cooperativa di Prato allo Stelvio, gestisce 17 impianti a fonti rinnovabili (4.000 kW di idroelettrico, 103 kW di PV, 1.600 kW a biomassa). Un modello di eccellenza che affonda le proprie radici nel 1923 a Prato allo Stelvio, quando un gruppo di ragazzi decide di costruire una mini centrale idroelettrica e, per sostenerne i costi, avvia una cooperativa con 40 famiglie del posto. Ad oggi conta 1350 soci, ovvero il totale delle famiglie del piccolo comune che, oltre ad essere utenti, sono, grazie alla formula cooperativa, titolari della produzione dell’energia elettrica e del gas. In questo caso, il risparmio sulla bolletta è del 30% nel primo (energia elettrica) e del 20% nel secondo caso (gas).
La COOPERATIVA ELETTRICA GIGNOD si trova a Saint Christophe, in Valle d’Aosta. L’energia prodotta dalla cooperativa è ceduta ai soci. In questa maniera si manifesta la centralità dello scopo mutualistico nella qualificazione della società cooperativa e negli obbiettivi fissati dallo statuto. In aderenza alle normative dell’autorità ARERA e del testo integrato per le cooperative elettriche storiche (TICOOP), la C.E.G. cede ad un trader l’energia eccedente il consumo dei soci ed acquista, dallo stesso, l’energia necessaria per i soci qualora la produzione non fosse sufficiente. La cooperativa riesce a garantire la propria autosufficienza calcolata su un periodo di un anno.
La COOPERATIVA ELETTRICA ALTO BUT è stata fondata in Friuli nel 1911. Rappresenta la prima azienda friulana per la produzione e distribuzione di energia idroelettrica sorta in forma di cooperativa (5 impianti per un totale di 10,8 MW). Nel 1913 viene inaugurato l’impianto del Fontanone, destinato alla produzione di energia elettrica per l’industria e il consumo privato. La forma cooperativistica caratterizza su ogni fronte l’opera della società. La produzione, l’acquisto e la distribuzione di energia elettrica generata da fonti rinnovabili e convenzionali, la fornitura di gas combustibili e di risorse idriche, la gestione di negozi per la vendita all’ingrosso e al minuto, l’attività di prestito sociale rappresentano il fulcro dell’iniziativa, in applicazione dello statuto, secondo i principi della libera cooperazione mutualistica.
La SEM - SOCIETÀ ELETTRICA DI MORBEGNO, nasce in Valtellina nel 1897. La società produce energia elettrica attraverso lo sfruttamento di otto impianti idroelettrici situati in Valtellina / Alto Lario della potenza installata di 11 MW e rifornisce 13.000 utenti.
La COOPERATIVA DI MELPIGNANO nasce a Melpignano nel 2011, dalla collaborazione tra Legacoop e l’amministrazione comunale, con l’obiettivo di produrre energia utilizzando pannelli fotovoltaici posti sui tetti degli edifici pubblici e privati della città (33 impianti per un totale di 179,67 kW). La cooperativa ha la responsabilità di installare gli impianti fotovoltaici e di provvedere alla loro manutenzione e gestione, producendo energia e tenendo conto della domanda degli utenti che rivendendo il surplus.
La COOPERATIVA FTI di Dobbiaco-San Candido nasce nel 2003, riuscendo a coprire il fabbisogno di 1300 utenze. Con un impianto a biomasse di 1500 kW di energia elettrica, la centrale di riscaldamento fornisce 11 energia ai due comuni di Dobbiaco e di San Candido. Rappresenta un modello di comunità energetica pioniera per quanto riguarda la produzione di energia da fonti rinnovabili in Alto Adige: Il modulo utilizza una tecnologia particolare, denominata ORC (Ciclo Rankine Organico) per trasformare il calore in energia elettrica. È uno degli impianti di questo tipo più grandi in Europa ed è stato il primo a essere installato in Alto Adige.
Nata nel 2010, la WEFORGREN usa tre impianti fotovoltaici presenti in provincia di Lecce e di Verona, condivisi da 462 soci autoproduttori che producono energia utile a 1.471 utenze domestiche tra abitazioni di soci autoproduttori e consumatori. I tre impianti, con complessivi 3.000 kW installati, permettono infatti di produrre oltre 3.460.000 kWh annui. In più, grazie anche ad un impianto mini-idroelettrico da 112 kW, viene garantita una produzione di 700.00 kWh, capace di alimentate ulteriori 260 abitazioni. Scegliere di aderire a questa cooperativa ha comportato per i soci, nel periodo 2012-2016, un risparmio medio del 14% sulla componente energia della bolletta rispetto alle tariffe della Maggior Tutela. Inoltre, i soci che hanno acquistato quote di impianti hanno ricevuto un ristorno medio nello stesso quadriennio derivato dall’autoproduzione di 530 euro per abitazione, utile a coprire il costo medio della bolletta di 2.700 kWh che ad oggi ammonta appunto a circa 500 euro.
La COOPERATIVA ENERGIA POSITIVA nasce nel 2015 a Nichelino, in provincia di Torino. Qui il socio può, attraverso una piattaforma informatica, acquistare le quote degli impianti disponibili e costruire un suo ͞iŵpiaŶto virtuale͟ con cui produrre energia pulita. L’attività è iniziata condividendo tre impianti fotovoltaici in Piemonte, per una potenza complessiva di oltre 250 kW e una produzione annua superiore ai 260 MWh, pari al consumo medio di circa 100 famiglie. Nel primo anno di vita hanno aderito 70 soci, distribuiti in otto regioni italiane, con un investimento medio di circa 7.000 euro a testa; ogni utente in media ha risparmiato 350 euro l’anno.
La COOPERATIVA ÈNOSTRA è nata nel 2014 a Milano per fornire energia rinnovabile a famiglie, imprese e organizzazioni del terzo settore. Al momento è in grado di servire 969 utenze, di cui 922 soci, grazie a 5 impianti fotovoltaici installati nel cuneese (400 kW totali) e un impianto fotovoltaico da 99 kW situato nel comune di Sorbolo sulle fatture elettriche, che corrispondono a un taglio del 60% circa della bolletta di una famiglia-tipo.
La COMUNITÀ PINEROLESE è un altro recente progetto di comunità energetica, implementato nel territorio di Pinerolo, in Piemonte. Nei prossimi mesi è prevista la creazione di una cooperativa. I comuni e le aziende sono inclusi in questa comunità, e tra questi 8 su 11 sono prosumers. La comunità comprende: 15 impianti fotovoltaici diversi da quelli domestici; centrali idroelettriche (450 kW) e produzione di biogas. Viene utilizzato anche il gas naturale, ma, in questo caso, è presente un sistema di cogenerazione ad alta efficienza che produce calore ed elettricità.
Nel panorama dell’esperienze italiane, una menzione speciale merita il progetto ͞Tetto fotovoltaico collettivo per le scuole elementari Fantini a San Lazzaro di Savena intrapreso nel 2011 dall’ASSOCIAZIONE COMUNITÀ ENERGETICA di San Lazzaro di Savena, in collaborazione con l’amministrazione comunale. La prima fase del progetto (rivolto ai cittadini residenti e non) è consistita nella realizzazione di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica sul tetto della Scuola Elementare Fantini di San Lazzaro. I cittadini interessati hanno acquistato una o più quote dell’impianto (al costo di 250 euro per ogni singola quota) con le quali è stato realizzato l’impianto fotovoltaico, successivamente ceduto dall’Associazione al Comune di San Lazzaro. I proventi del contributo statale incassati dall’amministrazione comunale sono stati girati all’Associazione Comunità Energetica, che ha provveduto, a sua volta, a ripartirlo proporzionalmente tra i cittadini aderenti all’iniziativa, destinando eventuali eccedenze o surplus al Comune. Il progetto, tutt’ora in essere, è proseguito con la raccolta di nuove quote e associati per la realizzazione di un futuro impianto, ugualmente fondato sul principio dell’azionariato condiviso.