Agrovoltaico: tra agricoltura e fotovoltaico
La crisi energetica sta colpendo in tutto il mondo, ed i più importanti organi internazionali di gestione dell'energia sono concordi su quale possa essere la soluzione: svincolarsi dalle fluttuazioni pazze di mercato, aumentando la quota di energie da fonti rinnovabili.
Il fotovoltaico è sicuramente uno dei metodi più conosciuti, ma quando non applicato ai tetti dei fabbricati ha sempre subito delle critiche. Sia per un impatto visivo, non sempre apprezzato, ma anche e soprattutto per la sottrazione di terreni potenzialmente coltivabili, utilizzati invece per l'installazione di migliaia di pannelli solari. Di recente però un nuovo tipo di campo fotovoltaico ha preso piede, ed ha dimostrato la sua validità.
Si tratta di quello che viene definito Agrovoltaico.
L’agrovoltaico è un settore che in Italia non ha ancora conosciuto ampio sviluppo, anche se le potenzialità sono sicuramente interessanti. Il termine agrovoltaico esprime in modo molto chiaro il concetto di uso ibrido del terreno, con la convivenza di agricoltura e produzione di energia rinnovabile, installando appositi impianti sui terreni agricoli. I progetti prendono in considerazione con ugual peso le “esigenze energetiche” e quelle agrarie, tanto che l’installazione degli impianti fotovoltaici non deve in alcun modo inficiare le attività agricole sul terreno in questione. Questa particolare soluzione utilizza sempre dei pannelli ancorati a terra, ma leggermente rialzati in modo che l'altezza sia sufficiente per piantare diversi tipi di alberi da frutta o ortaggi. Al tempo stesso gli impianti proteggono dagli agenti atmosferici più intensi le colture e creano un miglior microclima, grazie all’ombreggiamento, infatti, la temperatura durante l’estate è inferiore e si riduce anche l’evaporazione da terreno e piante, richiedendo una quantità di acqua inferiore per la loro cura.
La progettazione degli impianti agrovoltaici coinvolge necessariamente più competenze, trasversali al mondo dell’energia e dell’agricoltura. Fattori come la percentuale di ombreggiamento, l’altezza dei moduli, la tipologia dell’impianto non possono e non devono essere casuali. Il mondo degli operatori energetici deve necessariamente incontrare quello delle aziende agricole.
Osservando i comuni pannelli fotovoltaici si direbbe però che non lascino passare abbastanza luce. Per questo, dopo alcune prove sul campo, sono stati sviluppati pannelli appositi in cui la spaziatura tra le celle fotovoltaiche è maggiore, lasciando ampi tratti trasparenti ed accessibili alla luce: un equilibrio perfetto tra illuminazione e protezione.
L’agrovoltaico è una delle tecnologie espressamente richiamate dal PNIEC, per il quale sono previsti investimenti per più di un miliardo di euro ed entro il 2026 si dovrebbero installare impianti per una capacità superiore a 1 GW, con una produzione di almeno 1300 GWh all’anno. Per ottenere effettivamente lo sviluppo auspicato di questa tecnologia è necessario sicuramente aumentare la conoscenza di tutti i possibili operatori coinvolti, in primis le aziende agricole.