Rinnovabili, il Pnrr mette il turbo alle comunità energetiche: contributi a fondo perduto fino al 40%
Via libera di Bruxelles al piano per le comunità energetiche. Un pacchetto di misure che incentiva la diffusione di forme di autoconsumo di energia da fonti rinnovabili attraverso la creazione, a partire dai piccoli comuni, di nuove comunità energetiche che installano o sviluppano nuovi impianti di produzione (fotovoltaico, eolico, idroelettrico o biomasse). “Siamo di fronte a una svolta, a una nuova fase storica nel rapporto tra cittadini ed energia”, commenta il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, secondo cui il modello italiano farà da apripista per avviare esperienze analoghe in Europa.
“Ora le Comunità energetiche rinnovabili – spiega - potranno diventare una realtà diffusa nel Paese, sviluppando le fonti rinnovabili e rendendo finalmente il territorio protagonista del futuro energetico nazionale. Grazie alle Comunità energetiche, infatti, ciascun cittadino potrà contribuire alla produzione di energia rinnovabile, e averne i benefici economici derivanti dall’autoconsumo, pur non disponendo direttamente degli spazi necessari alla realizzazione degli impianti FER”.
Due le misure previste dal decreto messo a punto dal ministero dell’Ambiente: una tariffa incentivante e contributi a fondo perduto che possono arrivare al 40% attingendo ai 2,2 miliardi stanziati dal Pnrr. Secondo le simulazioni del Mase in Italia si potrebbero creare ben 15mila comunità energetiche a livello di comuni e questo porterebbe una bolletta dimezzata per quasi 2 milioni di famiglie.
Chi vorrà associarsi in una configurazione di autoconsumo potrà ottenere una tariffa incentivante sulla quota di energia condivisa da impianti a fonti rinnovabili. La potenza finanziabile è pari a complessivi 5 gigawatt, con un limite temporale fissato a fine 2027. Il contributo a fondo perduto fino al 40% dell’investimento riguarderà invece solo le comunità realizzate nei comuni sotto i cinquemila abitanti. L’intervento in questo caso può riguardare sia la realizzazione di nuovi impianti che il potenziamento di impianti già esistenti e punta a realizzare una potenza complessiva di almeno due giga watt e una produzione indicativa di almeno 2.500 giga watt l’ora ogni anno. Chi otterrà il contributo a fondo perduto potrà chiedere di cumularlo con l’incentivo in tariffa.
E' rivolto a gruppi di cittadini, condomini, piccole e medie imprese, ma anche enti locali, cooperative, associazioni ed enti religiosi, una volta che il governo avrà ottenuto l’ok di Bruxelles (che ha al massimo 60 giorni di tempo per pronunciarsi) e della Corte dei conti potranno dar vita ad una comunità energetica.
Chi sceglierà di associarsi in questo tipo di progetti, dovrà innanzitutto individuare un’area dove realizzare l’impianto con tecnologie rinnovabili ed altri utenti connessi alla stessa cabina primaria. Inoltre sarà necessario un atto costitutivo del sodalizio che abbia come oggetto sociale prevalente i benefici ambientali, economici e sociali. Il soggetto gestore della misura è il GSE che potrà verificare preliminarmente l’ammissibilità dei soggetti interessati al fine di garantire la possibilità concreta di accedere ai benefici della misura.