Il punto sulle smart city: le città del futuro sono intelligenti
Sono già molte le città nel mondo che possono definirsi “intelligenti”, per i loro programmi energetici, la mobilità cittadina, la qualità dell’architettura. L’Italia è ancora indietro, ma qualcosa si muove.Come sarà la città del futuro? Ce lo chiediamo spesso provando a immaginare l’impatto che le nuove tecnologie avranno sul vivere in collettività, sulla forma e la fruizioni degli spazi residenziali e pubblici, gli spostamenti, le risorse energetiche. Mobilità, sostenibilità ambientale, bioarchitettura e digitalizzazione: sono questi in sintesi gli ambiti su cui si gioca la partita. Le città del futuro saranno in linea di massima più grandi (Londra avrà quasi 3 milioni di abitanti in più di oggi nel 2050 e molti studi già prevedono che vi saranno aree urbane da 100 milioni di abitanti); avranno un piano climatico e della sostenibilità, o più politiche che riguardano l’ambiente e l’energia, che indicherà le azioni per migliorare la qualità dell’aria, ridurre le emissioni di CO2, rendere resiliente la città ai rischi idrogeologici; un grande piano di investimenti sarà alla base di una nuova mobilità e di nuove tipologie di edifici; di certo avranno una nuova architettura, integrata con il verde, come nel modello svedese di “simbiocity”, una pianificazione integrata che attraverso la simbiosi tra operatori pubblici e privati coordina tutti gli elementi dello sviluppo sostenibile: approvvigionamento di acqua ed energia, smaltimento dei rifiuti, mobilità, servizi per la collettività come scuole e ospedali, tutela del paesaggio, edificazione “intelligente” dei nuovi insediamenti residenziali. Intel ha presentato i risultati dello studio “italiani e smart city”: il sondaggio ha evidenziato quanto il concetto di smart city sia effettivamente familiare a circa metà degli italiani nella fascia socioeconomica e culturale medio alta. In generale gli italiani si dimostrano ottimisti verso il tema delle Smart City: il 68% del campione intervistato pensa che la propria città possa diventare decisamente più smart tra 10 anni.
Molte metropoli nel mondohanno già messo in atto piani per trasformarsi in smart cities, e anche nella vecchia Europa si sta lavorando in tale direzione e molte città stanno progettando la loro “rivoluzione”. Vediamo insieme alcuni esempi di smart city.
L’innovazione è un segno distintivo di Singapore, divenuta un centro finanziario globale nel corso di pochi anni, così come un punto di riferimento per lo sviluppo urbano moderno, tanto da essere riconosciuta tra le migliori smart city del mondo: sperimenta infatti costantemente progetti di sviluppo urbano, costruiti intorno ai principi di sostenibilità e innovazione. Nel 2014 l’ex colonia britannica ha avviato il programma Smart Nation che ambisce a rivoluzionare in positivo la vita dei suoi cittadini attraverso l’acquisizione e gestione di un grande database con le informazioni di ciascuno di essi. Oggi, gode del suo status di laboratorio vivente, dove oltre 5 milioni di persone vivono e lavorano. Singapore è oggi un hub dove ogni giorno vengono testati nuovi sistemi di controllo del traffico, modelli di analisi dei dati che coinvolgono molteplici aspetti, dalla salute al commercio digitale. Tutto questo avviene in un contesto in cui il trasporto sostenibile è il motore principale, con l’obiettivo di ridurlo a 0, grazie alla digitalizzazione, allo sviluppo di una rete di trasporto pubblico efficiente e all’investimento in infrastrutture intelligenti.
Tra le dune del deserto emerge una Smart City iper tecnologica: parliamo ovviamente di Dubai, la metropoli intelligente caratterizzata da grattacieli avveniristici. L’intervento dello sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum ha portato Dubai a diventare un’eccellenza nel campo delle Smart City grazie al progetto Smart Dubai 2021. Tra gli obiettivi strategici del piano troviamo: il raggiungimento di una società interconnessa dove le esperienze sociali e culturali sono rese migliori grazie alla tecnologia; la messa in campo di soluzioni di mobilità innovative; l’uso delle TIC per garantire la sostenibilità ambientale.
I progetti per trasformare Dubai in una città all’avanguardia, sostenibile e connessa sono davvero tanti: un esempio è quello del programma Green Growth Strategy volto a trasformare l’economia nazionale in un’economia “più verde” in grado di sviluppare soluzioni moderne e innovative per ridurre le emissioni di carbonio. La Clean Energy Strategy 2050 è un altro programma ambizioso portato avanti dallo sceicco Mohammed: con questo piano si punta a utilizzare le fonti rinnovabili per garantire il 75% dell’approvvigionamento energetico dell’emirato. Grazie alla Clean Energy Strategy Dubai diventerà una metropoli verde entro il 2050.
In Kenya è in via di realizzazione la Smart City Konza: 2000 ettari a 70 km dalla capitale Nairobi. Una città intelligente che potrà ospitare circa 200 mila persone in abitazioni suddivise tra residence e social housing, uffici, con scuole, un sistema di trasporti efficiente e pulito, edifici realizzati secondo elevati standard di risparmio energetico e sostenibilità e tecnologie avanzate.Konza si propone inoltre di essere un polo tecnologico all’avanguardia grazie alla costruzione di centri di ricerca e università per lo sviluppo di progetti nell’ambito hi-tech. Il progetto è sviluppato da Gruppo ICM-Impresa Costruzioni Maltauro. Konza rappresenta un progetto importante nella strategia di crescita dello Stato africanoe si inserisce nel piano di sviluppo a lungo termine denominato “Kenya Vision 2030” lanciato dal Governo del Kenya nel 2008.
Copenhagen ha conquistato negli ultimi anni diversi primati, da quello di Capitale europea green nel 2014, per arrivare al primato mondiale nel 2017. Molti i suoi punti di forza, dalla metropolitana automatizzata attiva 24 ore su 24 (i treni passano al massimo ogni 4 minuti), al programma di mobilità che prevede che entro il 2025 il 75% dei cittadini si sposterà a piedi o in bicicletta (attualmente lo sta già facendo il 40%). Copenhagen mira a diventare la prima capitale al mondo a zero emissioni di carbonio entro il 2025, e la Danimarca è determinata a diventare completamente indipendente dai combustibili fossili entro il 2050.
Stoccolma è stata la prima European Green Capital, nel 2010 e già nel 1990 aveva tagliato le emissioni di CO2 del 25%. Ora aspira ad avere un’impronta di carbonio positiva entro il 2040. Il suo quartiere Hammarby Sjöstad, a sud del centro, è noto in tutto il mondo per il progetto “Symbiocity”, un programma che ha reso l’area impatto zero e la sua comunità (circa 1100 appartamenti) autonoma in tutto. La pioggia diventa acqua di scarico e la spazzatura viene bruciata per garantire energia elettrica e calore alle case. Un sistema virtuoso in cui ogni risorsa ne alimenta un’altra.
Amsterdam è la capitale mondiale del ciclismo: secondo il portale dedicato al progetto Amsterdam Smart City, il 32% degli spostamenti in città avviene in bicicletta e il 63% degli abitanti usa quotidianamente la bici. Le due ruote come simbolo del cambiamento: ad Amsterdam sono presenti ben 850mila biciclette, segno della diffusione capillare di un modello di mobilità alternativa. La mobilità sostenibile è una scelta diffusa tra la cittadinanza. Oltre alle biciclette, i cittadini hanno scelto le auto elettriche per i viaggi più lunghi: solo nel 2016 le e-car sono aumentate del 53%.
Ad Amburgo c’è HafenCity, il nuovo distretto portuale, un progetto integrato che ormai ha fatto della filarmonica ideata dallo studio Herzog & de Meuron il suo elemento distintivo. Ad HafenCity gli edifici sono efficienti, presentano pannelli fotovoltaici e turbine eoliche a basso impatto estetico e ci si sposta attraverso il bike sharing o con veicoli elettrici (la città è piena di colonnine per la ricarica dei veicoli).
La capitale spagnola rientra tra le Smart City europee degne di nota e una delle “pioniere” del settore. Barcellona è una delle realtà più attive per quanto riguarda i progetti smart: tra sostenibilità, IoT e mobilità green la città catalana guarda ad un futuro sempre più connesso. Il progetto “superillas” è un esempio di mobilità sostenibile: l’urbanista Salvador Rueda punta a restituire Barcellona ai cittadini creando delle aree in cui le macchine non possono circolare (i superblocchi). Non si tratta semplicemente di chiudere al traffico le strade della città: i superillas prevedono la creazione di aree verdi, piste ciclabili, arredi urbani.
A Parigi c’è attesa per il grande progetto che dovrebbe trasformare la capitale francese in un megalopoli super connessa ed efficiente. Le Grand Pari(s) sta appunto per “grande Parigi” ma anche per “grande scommessa” e alla sua base c’è proprio un ambizioso disegno di metropolitane automatiche attorno alla città, il Grand Paris Express. Chissà se, come previsto, sarà consegnato alla città dopo le Olimpiadi del 2024.
Se come nel Medioevo si misurasse la grandezza e la modernità di una città dal numero e dall’altezza delle sue torri, oggi in Italia vincerebbe Milano.
Ma in quanto a modernità il capoluogo lombardo primeggia anche per altro, oltre che per il numero dei suoi grattacieli. Dopo l’avventura di Expo 2015 sta riqualificando gran parte degli ex scali ferroviari, nonché alcune zone outsider (come l’attuale area fieristica) dove stanno sorgendo e sorgeranno nei prossimi anni quartieri ed edifici dal carattere avanguardistico: progetti a basso impatto ambientale, immersi in ettari di verde e dotati di teleriscaldamento, sistemi geotermici e altre soluzioni che utilizzano fonti rinnovabili. Appartamenti di lusso dotati di sistemi domotici, condomini di nuova generazione dove vivere ma anche lavorare e socializzare attraverso programmi di coworking, servizi di concierge e ancora palestre e aree fitness integrate, asili e spazi collettivi. Tra i progetti che promettono meglio c’è UpTown , adiacente al Cimitero Maggiore, il centro residenziale Parco Vittoria, nel quartiere portello e ancora City Life, l’interessante progetto di riqualificazione della zona campionaria, sempre nella zona est della città, i cui edifici sono stati disegnati da Arata Isozaki, Daniel Libeskind e Zaha Hadid. E sono solo alcuni dei progetti che stanno interessando la città, i programmi sono molto ambiziosi, basti pensare a Gioia 22, la torre nata sul sito dell’edificio ex INPS, in via Melchiorre Gioia. A sud – ovest di Milano, zona Bisceglie, la società Borio Mangiarotti sta curando un ampio progetto di riqualificazione urbana immerso nel verde e ideato da Mario Cucinella: il complesso SEIMilano .