Strada francese - AEF

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La strada fotovoltaica francesce


Il traffico automobilistico per il quale sono stati asfaltati migliaia e migliaia di chilometri di terreno adesso potrebbe, indirettamente, contribuire all’autosufficienza energetica. Lo dice l’azienda Colas presentando la “strada fotovoltaica“, un’innovazione che arriva dalla Francia.

La tecnologia è basata su due brevetti che rendono “indistruttibile” la resina che ricopre il rivestimento sul quale passano i veicoli. Ma, soprattutto, è in grado di assicurare energia senza consumare ulteriore spazio, sfruttando cioè al meglio superfici già occupate.

L’attenzione per la strada che produce energia sarebbe alto.
La strategia è semplice: convincere le società o le amministrazioni “motivate” ad installare Wattway su superfici limitate, anche solo qualche centinaio di metri quadrati, per valutarne i benefici. Le aree possono essere non solo le strade, ma anche i parcheggi di centri commerciali, stadi o grandi impianti sportivi o le rimesse di società di trasporti o logistica.
La Colas utilizza delle “normali” celle fotovoltaiche per fabbricare un rivestimento che, alla vista, assomiglia molto ad un selciato geometrico. Questo è a sua volta ricoperto da una speciale resina in grado di proteggere il sistema e, allo stesso tempo, di non penalizzare la circolazione, ad esempio usurando gli pneumatici e modificando la tenuta di strada. L’energia prodotta viaggia sottoterra verso la rete alla quale è destinata. Colas ha sperimentato Wattway a Chambery e a Grenoble simulando la percorrenza di un milione di chilometri, ovvero il carico di traffico di una strada normale per vent’anni.

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