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IL VATICANO APRE LE PORTE AL SOLARE


La missione era portare l’energia del sole in Vaticano senza scardinare l’architettura della storica sala NERVI, edificio costruito nelle mura Vaticane dall’architetto Nervi e adibito alle udienze papali.
A 7 anni esatti dall’inaugurazione dell’impianto fotovoltaico installato sulla copertura edificio che è oggi l’Aula delle Udienze intitolata a Paolo VI e dopo la realizzazione del secondo impianto solare, quello di Solar Cooling del Centro Industriale, lo Stato della Città del Vaticano può affermare  di costituire un esempio nei fatti  e non solo nelle parole.


COME E' NATO IL PROGETTO

L’edificio progettato dall’Architetto Pier Luigi Nervi nel 1964, a pianta trapezoidale, fu uno dei primi edifici a tenuta termica mai progettati. Infatti l’architetto Nervi decise di disporre sulla superficie del tetto 4800 pannelli prefabbricati in cemento armato sostenuti da appositi cavalletti di ferro che li mantenevano sollevati dal solaio a circa due metri di altezza con funzione di ombreggiamento contro l’eccessivo irraggiamento solare, questo permetteva di risparmiare circa 8 tonnellate annue di petrolio per il  raffrescamento estivo dell’aula sottostante.
 Purtroppo il calcestruzzo non è eterno, e quindi 40 anni dopo la costruzione della Sala Nervi, i pannelli di calcestruzzo hanno cominciato a degradarsi e a comportare la necessità di prevedere un accurato e oneroso intervento di restauro comportante in molti casi la totale sostituzione.
Data la delicatezza del restauro richiesto e l’orientamento favorevole all’irraggiamento solare dell’edificio, il Governatorato del Vaticano pensò bene di sfruttare questi fattori trasformando gli elementi passivi  in elementi attivi che , oltre al mantenimento dell’ombreggiamento divenivano ricettori dell’energia solare da trasformare energia elettrica.
Il Vaticano annunciò così già nel 2007 la propria volontà di intraprendere una politica eco compatibile con un impianto di energia da fonti rinnovabili.

La prima fase del progetto consisteva nella asportazione di tutti i 4800 elementi ombreggianti in calcestruzzo di cemento armato, sostituendo la metà la cui superficie era rivolta verso sud con moduli fotovoltaici, e l’altra metà che invece era orientata verso nord, con pannelli di alluminio semi riflettenti, in modo da aumentare l’efficienza produttiva dei pannelli fotovoltaici aumentando l’intensità dell’effetto di irraggiamento solare sui moduli fotovoltaici.
Tutto ciò venne pianificato con forte risparmio di materiali perché utilizzava i supporti esistenti a cui vennero solo praticate delle modifiche per renderli semoventi in modo da permettere la rotazione dei pannelli diffusori per le necessarie operazioni di pulizia e manutenzione.



E così  su una superficie pari a circa 5.000 mq. è stato progettato dall'Ing. De Santoli  un impianto fotovoltaico di una potenza massima di 221 KW, composto da 2.400 moduli, installati in sostituzione dei pannelli in calcestruzzo e che riproducono la dimensione dei tegolini originali previsti nel progetto dell’ing. Nervi, cui si deve l’Aula Paolo VI.
I 300 MWh annui di energia elettrica “pulita” , prodotti dal generatore solare, sarebbero stati immessi nella rete elettrica vaticana, a parziale copertura dei consumi della stessa Aula e dei palazzi limitrofi ed ogni anno avrebbero consentito di evitare le emissioni di 225.000 kg di anidride carbonica e risparmiare circa 80 tonnellate equivalenti di petrolio.





 DOPO SETTE ANNI

Gli ultimi dati produttivi disponili confermano che l’impianto funziona perfettamente e lo scorso anno ha prodotto 306.000 KWh, ossia ben 6 MWh più del previsto. L’energia così prodotta viene immessa all’interno della rete elettrica Vaticana, generando una riduzione dell’assorbimento di elettricità dalla rete elettrica italiana da parte del Vaticano.

           

    


 
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